GLI SCAVI DI PARLASCIO





CASCIANA TERME (PISA) – LOC. PARLASCIO

Nelle campagne di scavo che si sono succedute annualmente a partire dal 2005, le indagini nel sito sono state dirette ad ampliare e approfondire il saggio, denominato saggio α, posto nel settore sud-occidentale del pianoro sottostante la Rocca di Parlascio.

In particolare, dopo che nel corso delle campagne 2005-2006 è giunta a compimento, con il raggiungimento del terreno sterile (US 314), l’esplorazione della zona sud-occidentale del saggio, a partire dal 2007 i lavori sono proseguiti nei settori sud-orientale e nord-occidentale del saggio.

Nel settore sud-orientale del saggio era stato individuato, nel corso della campagna 2007, un taglio di forma circolare (US 366) del diametro di circa 2 metri, scavato nel terreno sterile US 314, e posto in prossimità di un banco di roccia calcarea (US 367), approssimativamente regolarizzato in epoca antica in modo da assumere una forma trapezoidale allungata con andamento NW-SE, e tagliato al centro da una sorta di canaletta trasversale. Il prosieguo delle indagini nel corso della campagna 2009 ha permesso di verificare come il taglio costituisca una vera e propria struttura scavata artificialmente nel terreno di base, intercettando e oltrepassando a due diverse quote un banco di roccia calcarea, dalle pareti realizzate con estrema accuratezza ed in modo perfettamente verticale, il cui scopo ed utilizzo primario restano ancora da appurare.

Lo scavo del riempimento del taglio US 366 è giunto, al termine dell’attuale campagna, alla quota di circa -4,20 metri dal piano di calpestio attuale -corrispondente al tetto di US 314- senza esaurire il deposito archeologico. Un carotaggio eseguito al momento della conclusione della campagna ha permesso di appurare che il deposito archeologico continua, con caratteristiche del tutto analoghe, per una profondità di almeno 1,20 metri.

Nel settore nord-occidentale del saggio α, lo scavo ha interessato un’area già oggetto di indagine nelle campagne precedenti a partire dal 2007, dove l’ampliamento dell’area di scavo aveva permesso di individuare e mettere in luce in parte un’estesa unità stratigrafica, denominata US 376, di forma approssimativamente rettangolare con andamento NW-SE, che costituisce il riempimento di un taglio (US 387) praticato nel terreno sterile di base US 314, e che proseguiva al di là del margine occidentale del saggio di scavo.

US 376 si è rivelata intaccata e parzialmente sconvolta da un complesso sistema di fosse con andamento E-W, parzialmente sovrapposte le une con le altre, che si intersecano con due fosse ad andamento NE-SW (UUSS 379 e 382). I riempimenti di queste unità stratigrafiche negative (UUSS 377 e 378) hanno restituito numerosi frammenti di vetro e di ceramica invetriata di epoca moderna, fatto che induce a interpretare le fosse stesse come tracce di interventi di epoca post-antica, forse riconducibili a lavori agricoli per l’impianto di una vigna.

Lo scavo di US 376 era stato iniziato nel corso della campagna 2007 in un settore campione ma non concluso per il notevole spessore dello strato stesso.

Preliminarmente all’inizio dell’attuale campagna si è deciso di procedere all’ampliamento dell’area di scavo rimovendo il terreno arativo con l’ausilio del mezzo meccanico per una larghezza di circa 3 metri verso ovest e verso nord in corrispondenza dell’angolo N-W del saggio α, in modo da individuare la continuazione di US 376 e di scoprire lo strato in tutta la sua estensione. La pulitura effettuata a mano tuttavia ha rivelato che l’unità stratigrafica prosegue ulteriormente anche al di fuori del nuovo ampliamento dell’area di scavo. Si decide comunque, nell’impossibilità di usufruire nuovamente del mezzo meccanico, di continuare a scavare US 376 nell’area già interessata dai lavori di scavo nel 2007, e di procedere contemporaneamente allo scavo dei riempimenti delle fosse post-antiche (US 377) nel nuovo ampliamento.

US 376, caratterizzata da un terreno marrone scuro, piuttosto friabile e a matrice prevalentemente argillosa, estremamente ricca di materiali archeologici, è stata indagata nel corso dell’attuale campagna di scavo per una profondità variabile fra i 30 ed i 60 centimetri in un settore di circa 5 x 10 metri.

Al termine della campagna di scavo, successivamente al lavaggio e alla divisione per classi –ceramica di impasto, ceramica acroma depurata, bucchero, ceramica decorata a motivi lineari, ceramica attica, metalli, manufatti litici– dei materiali rinvenuti, si è proceduto alla stesura dell’inventario dei reperti.

Il materiale rinvenuto è stato immagazzinato in 86 cassette in plastica delle dimensioni di 30x50x10 cm; il numero dei frammenti rinvenuti è stimabile nell’ordine di diverse decine di migliaia.

I reperti preparati per l’esposizione inaugurata il 24 ottobre assommano a 114, dei quali 20 sono stati ricomposti ed integrati, mentre 94, per l’intrinseca natura dei reperti -come nel caso dei frammenti di concotto e delle ossa animali- oppure perché non ricomponibili ma comunque meritevoli di esposizione per il loro valore documentario -come nel caso dei frammenti in bucchero stampigliati e dei manufatti in bronzo- sono stati puliti prima a secco con l’ausilio del bisturi o di piccole spatole in legno e successivamente con l’applicazione di tamponi di alcool.

Per quanto riguarda le prospettive future delle operazioni di restauro, è da sottolineare come l’elevato numero di frammenti rinvenuti nel corso dello scavo consentirà presumibilmente di ricomporre un numero maggiore di reperti.

Tuttavia, è presumile che parte dei frammenti pertinenti ad oggetti già parzialmente ricomposti si trovi ancora sepolto nel deposito archeologico, per cui solo la prosecuzione dell’esplorazione dell’area e l’approfondimento dello scavo nelle aree già sottoposte ad indagine -ed in particolare per quanto riguarda il pozzo- consentiranno di recuperare gli elementi necessari per la prosecuzione del restauro dei materiali.

7 novembre 2009